Nei primi mesi di quest’anno, a Milano sono state introdotte una serie di modifiche alla viabilità urbana nell’ottica di quella politica che la Giunta comunale definisce ‘mobilità dolce’.
In effetti si è trattato di inserire, in una viabilità già congestionata, un nuovo attore: la pista, o meglio la corsia, ciclabile, che ha sottratto buona parte delle carreggiate al traffico automobilistico; infatti si è provveduto a disegnare, lungo i principali assi di scorrimento urbani, una nuova corsia dedicata a quelli che appaiono essere i veicoli preferiti dalla nostra amministrazione: biciclette e monopattini, nella convinzione che ciò potesse magicamente ridurre il traffico delle automobili e dei furgoni e abbassare drasticamente l’inquinamento.
Nella realtà è successo invece l’esatto contrario: corsi e viali si sono trasformati in anguste viuzze dove i bus faticano ad avanzare, i veicoli di soccorso restano imbottigliati, il traffico impazzisce e spesso diventa ingorgo, i trasportatori non hanno modo di rifornire gli esercizi commerciali (che hanno visto calare i clienti, che preferiscono la facilità di parcheggio che offrono i grandi centri commerciali), i traslocatori non riescono a posizionare i loro mezzi; in un parola un vero e proprio caos urbano.
Almeno sarà calato l’inquinamento? Assolutamente NO; come hanno dimostrato anche i rilevamenti eseguiti durante il recente lockdown, le limitazioni al traffico hanno meno impatto sull’inquinamento di quanto la politica cittadina vorrebbe farci credere e sicuramente un traffico più lento e congestionato non inquina di meno, anzi.
Certo è che i pedoni e gli utenti delle piste ciclabili in questa situazione sono costretti a respirare i fumi di scarico delle interminabili code che si formano a causa del restringimento sconsiderato di quelli che dovevano essere appunto viali di scorrimento.
Auspichiamo che l’amministrazione valuti i dati di questa che speriamo ancora si possa considerare come una sperimentazione con uno sguardo realistico e non ideologico e torni in qualche modo sulle proprie decisioni,